Una conversazione con il broker Alessandro ‘Alex’ Mazzoni fa rivivere gli anni più belli e fortunati dello yachting: un mondo ricco di fascino e opportunità, in cui non si era ancora affermata la tecnologia onnipresente nelle nostre vite oggi, e gli affari si concludevano grazie alle proprie qualità umane e professionali e talvolta con una semplice stretta di mano.

Il broker Alex Mazzoni ha iniziato da giovanissimo la propria carriera nautica, che lo ha portato al di fuori dei confini nazionali, nel Principato di Monaco e nell’Olimpo del brokeraggio internazionale. Una vita dominata dalla passione per il mare, con centinaia di barche vendute in tutti i mari del pianeta. Ripercorrere con questo broker le memorie di questa gloriosa età dell’oro, costellata di nomi mitici dello yachting, ci fa sognare ed emozionare al tempo stesso.

1
Nella tua lunga e prestigiosissima carriera hai lavorato per alcune delle realtà più importanti dello yachting. Ci piacerebbe che tu condividessi con noi il ricordo o i ricordi a cui sei più affezionato.
Certamente uno dei ricordi a cui sono maggiormente affezionato riguarda una cena in un ristorantino di Dolceacqua, durante uno dei primi Charter Show di Sanremo, agli inizi degli anni ’90. Jane Buffington, importante broker americana e socia di Fraser Yacht, che avevo conosciuto in occasione della vendita di un Christensen nuovo di 40 mt, mi dice a bruciapelo: “Alex, i soci di Fraser e io abbiamo deciso di vendere la società, e abbiamo pensato che voi (io e i miei tre soci) siete le persone giuste per acquisirla”.
A sentire queste parole, mi è quasi andato di traverso il boccone! Ho preso il portafogli e le ho detto: “Grazie Jane, ma ho solo questi soldi!”. Eravamo soltanto all’inizio della nostra carriera e ci eravamo appena trasferiti a Monaco, dove la vita era già cara all’epoca.
Il giorno dopo ne ho parlato con i soci e ci abbiamo scherzato ma un anno dopo eravamo i nuovi proprietari di Fraser Yacht! Con un contratto oneroso e impegnativo, iniziava l’avventura più formidabile della mia vita!

2
Vendere uno yacht non è certo un’impresa facile! Qual è la tua vendita più improbabile e inaspettata.
Tutte le vendite hanno una storia a sé.
Mi viene in mente un mio cliente, a cui avevo già venduto una barca, che mi chiama una sera di fine agosto. Aveva visto uno sloop di 30 mt che gli piaceva molto, all’ancora davanti alla sua villa in Sardegna. In due giorni, gli faccio recapitare un DHL con tutta la documentazione relativa alla barca (all’epoca non c’erano computer, cellulari e foto digitali!). Il 15 di settembre visitavamo insieme lo yacht, e il 30 concludevamo la vendita a Monaco!
A questo cliente ho poi venduto altre due barche.
Un altro ricordo: una famiglia spagnola mi aveva affidato la vendita del suo yacht a vela Perini di 49 mt. Un giorno, mentre percorrevo l’autostrada tra Monaco e Milano, ricevo una telefonata (era l’epoca dei telefoni fissi sulle auto): “Buongiorno, sono il signor X (un famosissimo industriale italiano!). So che vendete questo Perini, possiamo discuterne domani nel mio ufficio?”. L’indomani, un’ora dopo la mia visita nel suo ufficio, il cliente aveva già deciso di acquistare lo yacht. La trattativa, complicata da una pletora di avvocati, si chiuse 40 giorni più tardi.

3
Se dovessi scegliere e raccontare l’epoca d’oro dello yachting, a quale periodo penseresti?
Certamente agli anni che vanno dal 1980 al 2000. Anni formidabili, in cui gli acquirenti erano ancora degli amanti del mare e competenti. Internet non si era ancora diffuso, il broker era l’unica fonte di informazione e col proprio broker di riferimento si creava un rapporto di fiducia.
Ho venduto parecchi Perini, Benetti, Codecasa, Baglietto, Sangermani e Sanlorenzo a clienti appassionati, certamente impegnativi, ma che davano grande importanza all’acquisto che facevano. C’era soprattutto la soddisfazione di vendere una, due, tre barche allo stesso cliente nel giro di pochi anni. Una grandissima soddisfazione!

4
Hai partecipato a tantissimi yacht show in tutto il mondo. Nell’era della digitalizzazione, quali sono secondo te il futuro e il valore di questi eventi?
Ho avuto la fortuna di partecipare ai primi saloni nautici. Sono stato al primo Monaco Yacht Show, nel lontano 1990, con un Admiral di 27 mt. Per la fedeltà di partecipazione sin dalla prima edizione, abbiamo avuto lo stand gratis per molti anni. Smontavamo l’ufficio di Monaco e portavamo scrivanie e poltrone dell’ufficio allo show con la mia macchina.
Stessa avventura al Fort Lauderdale Boat Show: nelle prime edizioni, smontavamo l’ufficio e lo portavamo sotto una tenda, attraversato la 17a strada. All’Antigua Charter Show, i primi anni, affittavamo un magazzino nel porto di English Harbour, con 4 stanze, e mettevamo fuori la bandiera italiana con il cartello “Italian home”. Le barche allora erano praticamente solo a vela e difficilmente superavano i 30 metri.
All’epoca era veramente importante la conoscenza fisica della barca. E lo è ancora oggi, se si desidera essere professionali. La differenza è che oggi il cliente può vedere l’oggetto del desiderio direttamente su internet o Youtube. Oggi il cliente cerca la barca bella da vedere all’ancora, una casa galleggiante di prestigio, e quindi i saloni nautici hanno perso importanza. Io non ho mai portato un mio cliente al salone di Monaco: sarebbe stato come portare un bambino in un negozio di giocattoli, e vederlo andare in tilt.

5
Monaco, Fort Lauderdale, l’Italia… dove vedi il futuro dello yachting?
Il futuro dello yachting sarà toccato in un modo importante dagli eventi di questi ultimi mesi. La mia previsione è che che, viste le regolamentazioni sempre più stringenti in fatto di sicurezza e l’avvento del green yachting le dimensioni delle imbarcazioni torneranno a diminuire, si tornerà su yacht più piccoli con costi meno importanti. I budget di gestione sono cresciuti in modo esponenziale, e il costo dell’equipaggio è la voce più importante alla fine dell’avventura. Non so predire quale sarà il mercato dominante dopo questa triste storia, ma prevedo che saranno sempre la Cina, l’America e i tradizionali mercati europei a essere i principali player dello yachting.
Leggi l’opinione del broker Alex Mazzoni su Benetti Classic Freemont.